Cantina Ancilla

Oggi ci ospita Luisella Benedetti nella sala degustazione della “Cantina Ancilla” situata a Villafranca di Verona. Questa cantina racconta una storia unica e particolare, che ha stimolato la nostra curiosità. Una passione tramandata da generazioni in rosa, cosa non comune nella storia delle aziende vitivinicole. Ciò che la rende ancor più interessante, è che la proprietaria ha avuto la forza di reinventarsi dopo anni di lavoro in un settore completamente diverso da questo, arrivando a raggiungere risultati di tutto rispetto con prodotti di alta gamma , che non fatichiamo a definire artigianali. Un vero e proprio artigiano del vino. Presente anche quest’anno al Vinitaly, “Cantina Ancilla ” porta con sé vicende di amore e di passione per la terra ed i suoi prodotti.

E’ un piacere poterla incontrare personalmente. La mia prima domanda è quella tipica dettata dalla curiosità: come nasce "Cantina Ancilla ”? Perché mi pare di aver capito che lei non si occupa da sempre di viticoltura.

"Si infatti. Ma innanzitutto il nome: questa cantina si chiama Ancilla come mia nonna, donna che ha rappresentato un po' un'icona per me e mia sorella, poiché era una donna un po' uomo, nel senso che avendo perso il marito durante la guerra, ha raccolto energie e carattere, crescendo sua figlia da sola e cercando di creare un futuro sicuro per entrambe. In quegli anni si è rimboccata le maniche, facendo un lavoro piuttosto duro, importando frutta e creando frutteti e altri derivati dalla terra, tramandando poi a nostra madre e da nostra madre a noi, l’idea di doversi fare da sole, considerando inoltre che gli uomini nella nostra famiglia vanno e vengono, non c’è nessuno che è stanziale.
Detto ciò, io feci il percorso a me congeniale, i miei studi e la laurea nel mondo della finanza, che fin da ragazzina è stata la mia grande passione. Quindi , uscita dalla casa familiare ho costruito tutte le esperienze utili in quel settore, raggiungendo anche obiettivi di tutto rispetto. Ovviamente non ho mai dimenticato le mie radici e conseguentemente la grande passione per le aziende agricole che da sempre era presente: prendevo le ferie per andare a fare le vendemmie e per seguire mia madre in campagna. Dopo aver fatto tutto il mio percorso creandomi una carriera ed un'indipendenza dalla famiglia, la finanza era molto cambiata, inoltre nacque mio figlio. Perciò una mattina, con l’assoluta certezza di voler rivoluzionare la mia intera vita tornai all’antica passione e tornai alla campagna all’azienda di famiglia . In quegli anni vendevamo uva ad altre cantine mentre con il mio ingresso l’idea di base fu quella di sviluppare un nostro prodotto con una nostra etichetta. Questo è stato un po' il passaggio. "

Storia e racconto assolutamente affascinanti, oltre a dare dimostrazione di un carattere forte indubbiamente. Da donna a donna viene spontanea una domanda: questo è un mondo in cui non è sempre facile per una donna emergere. Nello specifico nel mondo del vino dove la figura del vignaiolo è solitamente maschile. Ad oggi esistono delle donne che hanno risultati eccezionali anche in questo settore. Chiedo a lei: nella sua esperienza diretta, ha trovato delle difficoltà in questo senso, nel percorso di realizzazione del suo progetto?

"Nella mia esperienza personale l’unica difficoltà è stata quella del passaggio generazionale: manodopera fatta da uomini abituati a seguire la persona di riferimento. Quando sono arrivata io, ragazza di 31 anni, in mezzo a uomini duri e veraci, il fatto di diventare autorevole è stato il passaggio più difficile. Quindi ho dovuto con calma , con il mio stile, farmi accettare e l’unico modo era fare lo stesso lavoro che facevano loro. Non aveva senso arrivare a dettare legge non avendo mai fatto quest'esperienza e trovandosi davanti persone che lo fanno da vent’anni e che hanno esperienza sul campo - che vale molto di più di un titolo di studio. E quindi ho fatto la gavetta, tant’è che anche adesso quando c’è la vendemmia io lavo le cassette. Ed è li che scopri che loro ti apprezzano, perchè è un mondo fatto da gesti concreti e poche chiacchere. Posso quindi dire che una difficoltà iniziale esiste, ma che è possibile superarla con la giusta predisposizione. E’ un lavoro molto fisico e chiaramente la parte maschile non può mancare perché certi lavori sono davvero pesanti.Ma per quanto mi riguarda, io amo allenarmi, amo lo sport e questa è tutta pratica per me."

Ha preso ispirazione da qualcuno in particolare quando ha iniziato la sua avventura nella produzione di vino?

"L’ispirazione morale viene da mia nonna, la figura di riferimento; per quanto riguarda il prodotto, chiaramente io ho scelto prima il mio compagno di viaggio - l’enologo di fiducia - con il quale volevo interfacciarmi per capire che progetto di vino volevo creare. Il passo successivo è stato andare ad assaggiare in varie aziende vinicole e capire quale era lo stile che a me piaceva. Perchè quando parti da zero devi anche tu avere prima idea di capire cosa la tua azienda ti produce - in termini di uva - e poi capire con quest’uva qual è il top che riesci a fare. E cerchi di andare a trovare situazioni climatiche simili per capire come sono state declinate le uve da quelle aziende. E’ un percorso interessantissimo perchè capisci che hai delle icone ma capisci anche che ogni terreno ha una storia a sé, e prendi coscienza di cosa ti piace. E’ stato un percorso che mi ha aiutato a capire cosa volevo io in realtà ."

Guardando tra queste etichette vedo che hanno tutte dei nomi particolari e subito riesco a percepire che tutte nascondono una storia.

"E’ la storia di una famiglia … mia nonna, mio figlio, tutta la linea di spumanti dedicata a mia sorella, Maria Teresa Rossi che è è mia mamma.. ogni storia è un storia a sé. Ci sono solo due vini che sono proprio una storia di prodotto, il Blanc de Noir e il Pinot Nero. E poi c’è l’ultimo nato che è Meraki, parola ricercata che deriva dal Greco e significa “far tutto con il cuore e con grande passione”. Ogni volta che creo una bottiglia, riflette a chi mi sono ispirata. E’ come quando cucini per qualcuno che ami, ci metti molto più amore e cura. La stessa cosa, se trai ispirazione da qualcuno nel fare una cosa, ci metti una passione diversa e nulla è più importante. Mi ero anche dedicata un vino, perchè mi sembrava giusto..(risa)..si chiamava Ella ed era un Lugana che però ora non produco più."

Anche quest’anno sarete presenti al Vinitaly..possiamo anche dire finalmente dopo due anni in stand by. Con quali etichette e novità si presenterà Cantina Ancilla?

"Ci presentiamo con Meraki, progetto nato da quando abbiamo piantato i nuovi vigneti, quindi stiamo parlando ormai di 16 anni fa, e abbiamo aspettato parecchi anni perché bisognava arrivare ad un ciclo produttivo e ad uno stadio di maturità delle uve sulla pianta di un certo tipo. Una sorta di follia direi perchè investi prima e cominci a guadagnare 15 anni dopo..onestamente ti viene a volte da chiederti “perchè?”. In realtà poi quando finalmente stappi la bottiglia e sei soddisfatto, ti sei già risposta. Il Meraki sarà un Manzoni bianco, uva poco conosciuta che a mio avviso è un peccato perchè ha grande eleganza ed una storia dietro di cui il Veneto è un grande testimone. "

Meraviglioso. Però, curiosa come sono, oltre alle bottiglie di vino ho notato anche qualcos’altro sulle mensole di questa sala..

"Il mio grande incompiuto…o meglio compiuto ma non venduto..ma per colpa mia ammetto. Quando anni fa abbiamo sviluppato protocolli di vinificazione per vini senza solfiti aggiunti con uno staff incontrato assolutamente casualmente, quegli amori a prima vista; due bellissime donne tra l’altro, una mamma, una persona di una certa età, una farmacista, e sua figlia, una biologa, che sono venute a trovarmi al Vinitaly. Capisco subito che non c'entrano nulla con il mondo del vino. però noi avevamo lo stand molto pieno e vedendo aspettare pazientemente …e mi avvicino chiedendo se posso aiutare..così ci sediamo e cominciano a raccontarmi la loro storia. loro cercavano di sviluppare l’idea di realizzare una linea estetica con i residui dei vini estraendo tutti i principi attiv ed io mi sono innamorata subito di questo progetto. Ci siamo conosciute, siamo andate insieme nel loro laboratorio dove abbiamo sviluppato questo protocollo, una linea di 45 prodotti, completa sia per le Spa che per la Home Beauty. protocollo molto serio con l’idea di distribuirla nelle profumerie di nicchia, avevamo iniziato con due o tre però io mi sono subito resa conto che era un altro settore e che la forza di vendita del vino non avrebbe mai supportato anche questo progetto. C’è stato anche un momento in cui il progetto sembrava aver ottenuto un nuovo sviluppo, con una richiesta dall’estero molto corposa, però non è andata in porto per vari motivi. Ed il progetto è lì, con la possibilità di essere recuperato, chissà. "

Che cosa c’è nell’aria per il futuro?

"La nostra è una realtà piccola, artigiana, mi piace mantenerla così, quindi non abbiamo l’ambizione di avere una crescita esponenziale però sicuramente di raggiungere sempre di più il top della qualità. Bottiglie seguite, e intendo che seguiamo tutto il processo dal singolo acino sino all’imbottigliamento, quindi tutta la filiera, che è la grande distinzione che c’è nel mondo del vino, perchè ci sono diversi interlocutori nel mondo del vino. Puntiamo ad avere meno intermediazione e più contatto diretto con il cliente. Questo è il progetto, sviluppato in diversi ambiti: con la ricezione turistica, attraverso canali online e questo è, anche perchè mi piace che sia così, mi piace che ci vengano a trovare. Non voglio essere l’etichetta da scaffale e basta. "

Una curiositĂ ..suo figlio condivide la sua stessa passione per il mondo del vino?

"A mio figlio tocca fare la vendemmia, questo si. Però non so cosa farà. Ha un gran bel naso, questo fin da piccolo, riconosce subito i profumi, ma d’altronde è stato uno di quei bambini fortunati che ha potuto sempre stare all’aria aperta in campagna. Ci siamo anche divertiti molto con le essenze, abbiamo fatto anche un corso..
La cosa piu’ importante e’ che trovi la sua strada…e inoltre c’è il rischio e’ che interrompa la catena di donne (ride). Per il momento ha iniziato a berlo, e apprezza maggiormente un bicchiere di vino ad un drink."

Per chiudere in bellezza le chiedo se c’è un milestone importante nella sua carriera vitivinicola, un momento importante di cui vuole parlare.

"Un milestone è stato il percorso del vino che ho dedicato a mia mamma, l’unico vino con il bollino rosso , che mia madre adora e’ stato un progetto di vino durato parecchi anni, perché è un millesimo 2012 che ha fatto più di 60 mesi sui lieviti…E’ stato un vino seguito e curato, un po come lei ha curato me. Il progetto le e’ stato tenuto nascosto per poterle fare una sorpresa dopo la sboccatura. Quando le ho portato a casa la prima bottiglia mia madre si è arrabbiata. Lei non ama comparire. Però alla fine si è commossa e la numero 1 infatti è ancora lì in una nicchia protetta del muro. Le bottiglie sono state tutte numerate a mano..1200, insomma un lavorone ma ne sono stata molto felice. Volevo che fosse qualcosa di speciale, esattamente come lei lo e’ per me."

E’ stato un piacere parlare con lei e poter raccogliere la storia di Cantina Ancilla, un’azienda che ci piace molto perché mantiene la sua peculiarità e mantiene una modalità di interlocuzione con il cliente che cura i dettagli e i rapporti personali.
Torneremo sicuramente a trovarla.

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