Arrivando a Punta San Vigilio nulla è certamente più appropriato dell’esortazione incisa sulla targa rinascimentale in marmo affissa sull’arco di accesso al piccolo porto che da cinque secoli dà il benvenuto ai viaggiatori e li incita a dimenticare i turbamenti della quotidianità per gioire della magia rarefatta di questo borgo lacustre.
Il tempo sembra davvero essersi fermato in questa minuscola penisola sulla costa orientale del lago che racchiude il golfo della cittadina di Garda e la magnifica “Baia delle Sirene”, il cui nome evocativo rende immediatamente palpabile la suggestione di questa insenatura naturale. Scendere scortati da due file di imponenti cipressi al porticciolo sormontato da un’antica limonaia camminando sul selciato medievale un poco consumato, sbirciare l’imponente villa nobiliare, visitare la minuscola chiesetta e la storica locanda cinquecentesca ha il sapore di una scoperta inattesa. E' come rinvenire una gemma preziosa, incastonata in una costa lievemente frastagliata nel punto dove il lago comincia a restringersi, verso nord, sovrastata da terrazze in collina ricoperte da piante di agrumi e ulivi.
Di proprietà della famiglia dei Conti Guarienti di Brenzone, Punta San Vigilio raggiunse l’aspetto attuale a metà del 1500 grazie all’avvocato veneziano Agostino Brenzoni, uomo di legge e di letteratura, anima solitaria e pacifica appassionata di storia antica e innamorata di questo pittoresco angolo di lago che egli stesso definì nel 1540 come “il più bello del mondo” in una ripartizione geografica che divide il globo “ … in tre parti: Africa, Asia, Europa; la più bella è l’Europa, la più bella d’Europa è l’Italia, la più bella d’Italia, la Lombardia, la più bella della Lombardia, Garda, il più bello del Garda, San Vigilio. Ergo San Vigilio è il più bello del mondo intero”.
Il Conte Brenzoni, fedele al suo ideale di studio, silenzio e contemplazione della bellezza che lo portò a vivere lontano dalle preoccupazioni materiali, volle farsi costruire una dimora nobiliare dove vivere un’esistenza ritirata e scelse un punto panoramico sulle probabili rovine di un tempio pagano forse consacrato a Benaco, dio del lago, come sembrerebbe testimoniare un’epigrafe lapidea oggi conservata al Museo Lapidario Maffeiano di Verona.
La villa, dalla struttura rigorosa e lineare, venne abbellita, secondo il gusto umanistico dell’epoca e forse su disegno di Michele Sanmicheli, il più celebre, raffinato ed eclettico fra gli architetti del cinquecento veronese, con statue dal gusto classico, autentici busti romani, bassorilievi, tempietti e giardini all’italiana; la fabbrica della villa venne successivamente completata da una locanda, nata per alloggiare coloro che transitavano attraverso le due rive del lago, e da una minuscola chiesa dedicata a San Vigilio, terzo vescovo di Trento, che per primo convertì al cristianesimo le popolazioni del “lacus benacus” verso la fine del IV secolo.
Nei secoli meta di soggiorno per artisti, letterati e teste coronate, Punta San Vigilio è ancora oggi un luogo d’incanto dove respirare, intatto, il fascino di un autentico, pittoresco borgo medievale italiano in cui la storia e la bellezza sussurrano da ogni pietra e belvedere affacciati sulla calma placida del lago.